Le tecniche di miscelazione

BUILD

Tutti quei cocktail preparati miscelando gli ingredienti direttamente nel bicchiere di servizio pieno di ghiaccio (on the rocks) con lo stirrer. Questa tecnica si utilizza in presenza di ingredienti facilmente amalgamabili tra loro. Esempio: Negroni, Americano, Cuba Libre, Long Island Iced Tea, God father

STIR & STRAIN

Tutti quei cocktail composti solo da ingredienti alcolici delicati e facilmente amalgamabili tra loro.
Gli ingredienti vengono miscelati con lo stirrer all’interno del mixing glass pieno di ghiaccio e successivamente filtrati nel bicchiere con l’aiuto di uno strainer. Esempio: Cocktail Martini, Manhattan

SHAKE & STRAIN

Tutti quei cocktail composti da ingredienti di densità diversa che necessitano di essere shakerati affinchè si amalgamino in maniera omogenea tra loro. Vengono preparati nello shaker classico o nel boston shaker riempito di ghiaccio e filtrati all’interno del bicchiere. Nel caso si utilizzi il boston shaker occorre utilizzare lo strainer. Esempio: Alexander, Grasshopper, Daiquiri, Cosmopolitan, Espresso Martini

Nel momento in cui andiamo a filtrare il cocktail possiamo usare in aggiunta anche un colino conico, per rendere il drink
più puro, cristallino ed eliminare eventuali pezzetti di ghiaccio, particelle di agrumi o di frutta in generale.
Questo doppio filtraggio prende il nome di double strain.

SHAKE & STRAIN with ice

Stessa tecnica di preparazione SHAKE & STRAIN ma il drink viene servito in un bicchiere pieno di ghiaccio (on the rocks). Esempio: Planter’s Punch

SHAKE & POUR

Preparazione alternativa alla tecnica SHAKE & STRAIN. Il drink viene preparato utilizzando il boston shaker con la parte in metallo (tin) e il bicchiere di servizio (rock o highball) pieno di ghiaccio al posto del glass. Il cocktail, dopo essere stato shakerato, viene versato tutto direttamente (ghiaccio compreso) nel bicchiere che è stato utilizzato per la shakerata.

MUDDLE

Tutti quei cocktail che contengono frutta e zuccheri di base da pestare precedentemente alla preparazione alcolica. Si utilizza appunto il muddler (o pestello) per far sprigionare gli oli essenziali degli agrumi, le sostanze aromatiche dalle erbe, far fuoriuscire il succo e la polpa dai frutti. La base di partenza del cocktail sarà la poltiglia, in gergo fanghiglia, creata dal pestaggio. Esempio: Caipirinha, Caipirissima, Caipiroska…

BLEND

Questa tecnica si utilizza principalmente per la produzione dei cocktail frozen. Il drink viene preparato nel blender (frullatore) con il ghiaccio e solitamente si aggiunge alla parte alcolica anche della frutta fresca. Successivamente il composto viene versato in grandi bicchieri di servizio come il sombrero, l’hurricane o altri bicchieri fantasia. Questi drink si presentano come una sorta di spuma/crema ghiacciata ed emulsionata. Esempio: Pina Colada, Margarita Frozen, Daiquiri Frozen

BUILD LAYER

Tutti quei cocktail che vengono preparati direttamente nel bicchiere di servizio senza ghiaccio, tenendo conto del peso specifico dei diversi ingredienti, in modo da ottenere strati netti e ben visibili. Esempio: B52

THROWING

Preparazione estremamente complessa e scenografica che risulta essere una via di mezzo tra la tecnica SHAKE & STRAIN e STIR & STRAIN. Si passa la miscela più volte (circa 7/8) da una parte all’altra del boston a due pezzi di metallo, andando così a raffreddarla, miscelarla, facendogli prendere aria e diluendola, non eccessivamente come avviene nella shakerata, ma nemmeno dolcemente come avviene con il semplice stirrer. Con questa tecnica è possibile preparare il cocktail Bloody Mary.

di Nicolas Cioni

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